Falsettos

Nato dalla combinazione di tre diversi atti unici (In Trousers, March of the Falsettos, Falsettoland), Falsettos è diventato una delle commedie musicali più influenti dei primi anni '90. Lo spettacolo è famoso per la quasi totale assenza di dialoghi; la storia è presentata interamente come una serie di canzoni abilmente scritte. Come molte delle opere di Finn, Falsettos cerca di rispondere a difficili domande sociali legate al significato e all'importanza della famiglia.

Successi clamorosi come "Our Pain" e "What More Can I Say?" hanno raggiunto lo status di classici. L'incredibile capacità del musical di rimanere leggero pur prendendo una posizione feroce su problemi sociali che sono rilevanti ancora oggi. Il regista James Lapine, collaboratore abituale dell'immensamente popolare Stephen Sondheim, aggiunge a Falsettos un sapore del tutto unico con la sua narrazione ellittica. Questo sarà sicuramente uno dei musical di punta del West End di quest'anno e si prevede che i biglietti saranno molto richiesti.

La storia

Quando un newyorkese notevolmente benestante e intraprendente di nome Marvin lascia la moglie per andare a vivere con il fidanzato Whizzer, Trina si ritrova in preda a un'incontenibile depressione. Marvin spera che Trina, Whizzer e suo figlio Jason riescano ad andare d'accordo. Non c'è da sorprendersi che la coppia in difficoltà finisca per visitare Mendel, un abile psichiatra. Quello che ne consegue è un viaggio emotivo sulle montagne russe. I personaggi vengono fatti a pezzi e riavvicinati in incontri che sarebbero stati incredibilmente tesi se non fosse stato per l'ingegnosa narrazione del musical che riesce a mantenere tutto leggero. Nel secondo atto, i personaggi maturano e iniziano ad accettare la vita così com'è. In una commovente dimostrazione di affetto, Marvin canta "What More Can I Say?" a un Whizzer addormentato come preludio alla straziante conclusione di Falsettos.

Ideale per

Fan della produzione originale di Falsettos del 1992 | Pubblico adulto e adolescente

Recensioni della critica

"Quando le melodie agitate si rilassano in testi - oh, mio Dio! La musica e le parole arrivano in profondità e scatenano ogni tipo di emozione"
- Los Angeles Times

"Questa produzione, un matrimonio forzato di due atti unici, "March of the Falsettos" (1981) e "Falsettoland" (1990), è vivace e senza un briciolo di stanchezza"
- New York Theatre Guide